Commissioni referendarie istituite in maniera opaca e senza rispettare la legge? Fraccaro (M5S) interroga
— 10 Settembre 2016«Le Commissioni per i procedimenti referendari hanno un ruolo fondamentale, in quanto non solo deliberano sull’ammissibilità del referendum e comunicano il risultato, ma hanno anche il compito di monitorare la regolarità di tutte le procedure inerenti lo svolgimento del referendum. Per il loro ruolo dirimente dovrebbero fondarsi sull’assoluta imparzialità, lo ha ribadito anche la Commissione di Venezia. Nel caso delle Commissioni referendarie della provincia di Bolzano, invece, le procedure di nomina si sono svolte all’insegna delle lacune e della conflittualità. Esemplarmente negativo è il caso della Commissione referendaria provinciale, nominata con decreto il 15 dicembre 2015. Per legge, si sarebbe dovuto procedere anzitutto con un interpello, per avvertire tutti i magistrati della possibilità di candidarsi all’incarico: ci risulta che l’interpello sia stato fatto e notificato il 7 luglio 2016, cioè dopo la nomina e oltretutto con modalità poco chiare. Ma le irregolarità non finiscono qui: i magistrati che compongono la Commissione referendaria dovrebbero essere individuati mediante sorteggio e richiedere poi apposita autorizzazione al Csm, trattandosi di attività extragiudiziaria. Risulta, invece, che alcuni componenti sarebbero stati individuati senza sorteggio e addirittura senza aver inviato a Roma la comunicazione della nomina per avere la necessaria autorizzazione».
«È evidente – conclude Fraccaro – che nel caso in questione siamo davanti a una serie di irregolarità macroscopiche: la procedura delle nomine per la Commissione referendaria risulta falsata sotto molteplici aspetti e il principio di imparzialità ne esce assai compromesso. La situazione è grave in quanto le Commissioni vaglieranno tutti i prossimi quesiti referendari provinciali e comunali dell’Alto Adige. Qui si tratta di garantire i diritti politici referendari, ovvero la partecipazione dei cittadini: per questo chiedo al Governo di verificare i fatti e chiarire la situazione».